Tutti abbiamo ben chiaro quale sia, nella nostra società, il ruolo della scuola. Inutile sottolineare la portata non solo educativa ma anche sociale ed economica di questa istituzione. Ogni anche piccola interruzione del percorso formativo per un giovane è una perdita per sè stesso e per la sua libertà, oltre che una perdita importante per il nostro sistema sociale. Sono i motivi basilari su cui si fonda il nostro impegno a costruire e mantenere un sistema integrato in cui l’obiettivo sia quello di elevare l’istruzione, la formazione e fare in modo che vi sia una società in grado di fornire opportunità di apprendimento per tutto l’arco della vita. Non vi sono strade alternative.
E sono ancora questi i motivi basilari che ci hanno spinto a impegnarci, con un lavoro inedito per proporzioni, per rimettere in funzione il sistema scolastico laddove il terremoto avesse danneggiato o persino distrutto le strutture destinate a ospitare le lezioni.
Quella della scuola è stata dunque una priorità nel capitolo ricostruzione, e la scelta della priorità scuola è stata una scelta di comunità.
Perché come abbiamo considerato sanità e assistenza in cima alle urgenze, così abbiamo voluto essere pronti per l’apertura, in modo dignitoso, dell’anno scolastico tuttora in corso per ogni ordine e grado di scuola. Avevamo assunto un impegno, lo abbiamo concretizzato grazie a uno sforzo straordinario e congiunto delle istituzioni scolastiche, dei Comuni, delle imprese che hanno realizzato a tempi di record le scuole prefabbricate, sempre assicurando una notevole qualità del risultato.
Questa è stata la chiave: un lavoro d’insieme per realizzare qualcosa che per la nostra comunità è un elemento di identità, di forza, è un motore di speranza necessario dopo una tragedia come quella che abbiamo vissuto.
Sembra banale ricordarlo, ma in un momento in cui si sviluppa il dibattito sul futuro della scuola, in cui si intrecciano le idee, le esigenze, i progetti, noi qui in Emilia ci siamo trovati di fronte alla necessità di ricostruire un bene primario fatto di aule, banchi, biblioteche, dare regolarità alle lezioni per circa 70mila studenti che rischiavano di trovarsi in una diversa condizione, penalizzante, rispetto ai propri coetanei del resto della regione e dell’Italia.
In un momento difficile come quello attuale, in cui le persone cercano dei punti fermi, io sono convinto che una società moderna e solidale si debba misurare anche da come ci si pone rispetto ai pilastri che la sostengono.
La scuola, per tutti, non deve mai essere messa in discussione, neanche da una grande catastrofe come il terremoto.
Nuove costruzioni
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